1. Parrocchia mdp 1925-2025

Nel Consiglio pastorale parrocchiale del 21 settembre 2024 è stato deliberato di preparare il centenario della parrocchia con la creazione di un sito sul quale raccogliere ricordi e testimonianze relative ai primi cento anni della parrocchia. Da settembre a dicembre 2024 sarà possibile inviare ad apposito indirizzo la documentazione che si ritiene di poter condividere.
Sul sito si potranno pubblicare ricordi, fotografie, testimonianze relative alla storia di questi cento anni di vita.
Per orientarsi, proponiamo la seguente scaletta a cui riferirsi.

Introduzione e presentazione
La costruzione della Chiesa, la distruzione nel bombardamento del 1942, la ricostruzione (1957). Nel 1940 la parrocchia di sant’Anna, nel 1959 santa Maria Goretti, nel 1966 santa Giovanna d’Arco, nel 1967 sant’Ermenegildo, nel 1971 la Visitazione. La costruzione di un edificio sacro diventa il simbolo della edificazione di una comunità di pietre vive per la missione.

  1. All’origine di tutto ci sono i santi, ispiratori della costruzione ed animazione della parrocchia: san Giuseppe Benedetto Cottolengo, san Giuseppe Allamano, il beato Francesco Paleari, il beato Luigi Boccardo, il beato Federico Ozanam, il servo di Dio Anastasio Ballestrero, Carlo Carretto, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis…e su tutti svetta la figura della Madonna Della Divina Provvidenza.
  2. I parroci e i loro collaboratori, preti diaconi e laici. Don Michele Plassa (1925-1953), mons. Michele Enriore (1953-1995), don Enrico Molgora (1995- 2007), don Sergio Baravalle (2007…).
  3. Le associazioni laicali: l’Apostolato della preghiera, l’Azione cattolica, la Conferenza di san Vincenzo, le catechiste, l’oratorio e i giovani….
  4. I religiosi e le religiose: Fratel Remo Franch e i Fratelli della Sacra Famiglia, le Suore del Santo Natale, le Suore della Carità di sant’Antida Thouret, le Vincenzine di Lanzo.
  5. Il passaggio da una terra agricola ai primi insediamenti abitativi e industriali, alla configurazione attuale di borgata Parella con i suoi parchi, e i suoi problemi.
  6. L’iconografia della Madonna Divina Provvidenza, la sua devozione.
  7. Il futuro prossimo: le parrocchie si ricompongono. L’Unità pastorale e il suo futuro.

2. Uno sguardo sommario, a volo d'uccello, sui cento anni.

Balza agli occhi una caratteristica: la nostra comunità parrocchiale è stata coinvolta nella costruzione e ricostruzione della chiesa, e di altre chiese. Come si sa, il territorio di Parella all’inizio del Novecento era distinto da campi prati e cascine, ben delimitato dalla Dora, dal confine con il campo volo o Aeronautica – come si chiamava allora –, e da corso Francia e da corso Lecce.

Il primo impegno di don Plassa fu di individuare un’area dove si sarebbe poi costruita la chiesa e la casa parrocchiale con le opere connesse (oratorio, teatro…).
In modo sommario e riassuntivo, nel 1925 inizia il progetto di costruzione della nuova Chiesa (nel 1942 sarà bombardata e quasi completamente distrutta). Don Plassa e don Enriore iniziano la ricostruzione l’ampliamento nel 1953, don Plassa muore lo stesso anno, Enriore la termina nel 1957.
Nel frattempo la borgata Parella sta cambiando pelle. Da borgo agricolo a luogo di insediamenti abitativi e numerose piccole e medie industrie negli anni venti e trenta. Con il trasferimento o la cessazione dell’attività di alcune industrie, la borgata vede lievitare sensibilmente gli abitanti e quindi le case.
Diventa un quartiere residenziale con due aree verdi invidiabili (La Tesoriera e la Pellerina).
L’esigenza di nuove chiese, che era già stata ipotizzata si fa incalzante. Nascono in un decennio altre quattro parrocchie: santa Maria Goretti nel 1959, santa Giovanna d’Arco nel 1966, sant’Ermenegildo nel 1969, e nel 1971 La Visitazione. A buon conto, già nel 1940 in un salone parrocchiale prendeva corpo la comunità di sant’Anna, che vedrà la costruzione della chiesa attuale nel 1963. Di questo fervore costruttivo, che trova senza dubbio in mons. Enriore l’ispiratore e animatore, insieme ai rispettivi parroci e comunità, dà buona testimonianza scritta un insieme di pubblicazioni curate in occasione dei cinquant’anni e in circostanze analoghe.

Elenco di seguito le pubblicazioni a mia conoscenza:
50 anni di santa Maria Goretti 1966-2016, pag. 128
50 anni sant’Ermenegildo 1969-2019, 2021, pag. 116
Santa Giovanna d’arco, una tenda tra le case, la parrocchia ha cinquant’anni, 1966-2016 (seconda edizione pag. 63)
Per La Visitazione non abbiamo trovato analoga pubblicazione.
Insostituibile rifermento per chi vuol saperne di più, rimane il libro rosa (dal colore inconfondibile della copertina): SIAMO ANDATI PER CHIESE SESSANT’AANI 1935-1995 Torino Opera diocesana preservazione della fede, maggio 1995 pag. 377 (stampato in duemila copie, e vista da Enriore negli ultimi giorni della sua vita terrena).

Il fervore costruttivo è accompagnato dall’impegno di dar vita a comunità vive e missionarie. Gli anni 70 sono gli anni del primo post-concilio. Non c’è più la grande risorsa dell’Azione cattolica. Si procede a ranghi sparsi. Negli anni 2000 è sempre più evidente la necessità di promuovere un nuovo assetto delle parrocchie che sono sollecitate a dare vita alle Unità pastorali, nuove forme di aggregazione che vanno a modificare l’assetto delle Zone Pastorali.
Sempre in modo sommario, si può dire che le nostre comunità sono chiamate a nuove forme di corresponsabilità che trovano proprio nelle Unità pastorali il luogo di esercizio e nella sinodalità la sua forma, il suo stile.
Questo è il compito del presente e del futuro.
Se fino agli anni 70 abbiamo registrato un fervore edilizio in coerenza con l’incremento abitativo accentuato, a partire dal nuovo secolo assistiamo ad un ripensamento dell’assetto ecclesiale che mira a far convivere e interagire le varie chiese in una unica famiglia con impronta sinodale e missionaria, con la presenza sempre più importante dei laici e delle laiche, anche con i Ministeri istituiti.

Don Sergio.

3. Ricordare

La mancanza di memoria storica è un grave difetto della nostra società. È la mentalità immatura dell’“ormai è passato”. Conoscere e poter prendere posizione di fronte agli avvenimenti passati è l’unica possibilità di costruire un futuro che abbia senso. Non si può educare senza memoria: « Richiamate alla memoria quei primi giorni » (Eb10,32). I racconti degli anziani fanno molto bene ai bambini e ai giovani, poiché li mettono in collegamento con la storia vissuta sia della famiglia sia del quartiere e del Paese. Una famiglia che non rispetta e non ha cura dei suoi nonni, che sono la sua memoria viva, è una famiglia disintegrata; invece una famiglia che ricorda è una famiglia che ha futuro. Pertanto, « in una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte »,218 dal momento che « si strappa dalle proprie radici ».219 Il fenomeno contemporaneo del sentirsi orfani, in termini di discontinuità, sradicamento e caduta delle certezze che danno forma alla vita, ci sfida a fare delle nostre famiglie un luogo in cui i bambini possano radicarsi nel terreno di una storia collettiva.

Introduzione

  • 1. Parrocchia mdp 1925-2025
  • 2. Uno sguardo sommario, a volo d'uccello, sui cento anni.
  • 3. Ricordare
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