3.1. Gruppo Amicizia
Piccola testimonianza di don Domenico Catti
Il gruppo amicizia è nato quarantaquattro anni fa’.
Alcune persone ( Carlo Toniolo, Giancarlo Andreetto, Luigina Cerutti, Rocco Urso, Cesarina……..d. Domenico) prendono atto della sofferenza non solo di tanti bambini con handicap, ma pure ( direi soprattutto ) dei loro genitori. Che fare? Non potevamo certo cambiare la realtà, ma potevamo rendere la sofferenza più sopportabile. La fede tanto può fare, ma la “fede opera attraverso la carità”. E questa carità inizia da uno sguardo di fraternità e di “amicizia”: stando insieme, condividendo la sofferenza ci si aiuta e questa diventa meno pesante.
Non lasciare sole le persone in difficoltà, principio essenziale della vita cristiana e umana. Con Carlo in particolare già visitavamo anziani, ammalati. Abbiamo iniziato a visitare le famiglie con bambini che potevano avere dei problemi. Le abbiamo invitate a conoscersi, incontrarsi. Abbiamo avuto l’autorizzazione e il plauso da parte di Mons. Enriore che ha messo a disposizione il salone privo di barriere architettoniche.
Così, in sordina siamo partiti. Quanti incontri personali, quante visite di Carlo e degli altri volontari. Luigina ha messo a disposizione anche le sue competenze di operatrice, Giancarlo i primi passi organizzativi. Piccole cose che però hanno passo passo favorito l’incontro di sofferenze comuni,
ora condivise.
Sono nate alcune iniziative, sempre all’interno della parrocchia. Qualche bambino si è ammalato gravemente, mi ricordo di una visita anche al Gaslini di Genova.
Così in sordina nuovi amici si sono uniti e il piccolo gruppo è diventato realtà.
Nel 1983 è stato per me il momento di lasciare la parrocchia per l’insegnamento della religione in un liceo e insieme guidare una piccola parrocchia.
Non potevo dimenticare però gli amici di un tempo, anche se materialmente lontani.
Non so più in quale anno abbiamo iniziato ad incontrarci nelle mie parrocchie in una delle uscite programmate dal gruppo, sotto la guida dei sacerdoti e di Giancarlo.
Presto fatto. Una volta iniziato, solo il covid ha temporaneamente bloccato le visite annuali.
Volontari delle parrocchie hanno di volta in volta preparato la polenta e spezzatino, ovviamente seguite da una buona dose di torte e , quando possibile, da una bella castagnata.
A Sciolze al gruppo si sono uniti gli amici che d’estate vengono accompagnati al soggiorno montano e\o marino.
Ed eccoci a quest’anno. Il gruppo originario purtroppo si è sempre più ridotto, molti amici, a partire da Giancarlo, Cesarina, Luigina, Carlo, sono passati nella pace del Signore. Altri si sono aggiunti. Ora il gruppo ha trovato in Rocco una preziosa guida e prosegue il cammino.
Grande gioia per me rivedere volti vecchi e nuovi, come è grande conforto sentire l’aiuto di parrocchiani che si mettono a disposizione per questa bella giornata.
Il capiente forno a legna dell’oratorio di Sciolze ci ha permesso quest’anno di gustare pizze squisite farcite dai volontari sciolzesi. E, come sempre, non sono mancate le torte casalinghe.
Purtroppo il tempo vola e l’ora del ritorno per il gruppo e di un impegno nella mia seconda parrocchia è giunta veloce.
Sciolze, 21 ottobre 2024 don Domenico Catti
Una fotografia sul presente.
Il gruppo è formato di dodici disabili, e tra gli amici e simpatizzanti raggiungiamo il bel numero di 40/45 persone. Il gruppo si incontra una volta al mese di domenica. La nostra giornata inizia al mattino con la partecipazione alla santa messa. Dopo, organizziamo il pranzo presso il saloncino della parrocchia.
Dopo il pranzo, un po’ di musica e allegria fa bello il nostro incontro.
Concludiamo la giornata a seconda delle occasioni anche con momenti di preghiera comune. Si unisce a noi con il suo prezioso contributo, suor Luisa Ferrero.
Nella bella stagione, nel mese di maggio, organizziamo una gita, nell’anno corrente siamo stati al santuario di Vicoforte.
Gli animatori del gruppo sono Luigina Cerruti, Elide Cappannini, e Rocco Urso, Cardascio Pino, Meli Elisabetta.
Torino, ottobre 2024
Capitolo 3
3.2 il Gruppo Apostolato della Preghiera
“Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico,le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella Grazia dello Spirito santo, a gloria del Divin Padre”.
Molti di noi conoscono a memoria questa preghiera, caratteristica della devozione al Sacro cuore e distintivo dell’Apostolato della preghiera. Questo gruppo è presente e attivo in parrocchia sin dal 10 giugno 1927 !!! , come risulta dall’archivio centrale romano dell’Apostolato della Preghiera da me direttamente consultato. Il suggerimento di rivolgermi a Roma mi è venuto da un dettaglio della ricostruzione storica della parrocchia, fatto da Mons. Enriore, in un volumetto stampato nel 1993, in occasione del suo Giubileo sacerdotale e dei cento anni della mamma. E’ bello sapere che quasi tutta la storia della parrocchia è stata accompagnata da questo gruppo che coniugando apostolato e preghiera, l’ha sostenuta nei vari passaggi felici e dolorosi dei suoi cento anni.
Vale la pena di riassumere le caratteristiche di questo gruppo, come risulta dal pieghevole che lo presenta. Si tratta di una associazione di fedeli che nel solco della tradizione gesuitica del Sacro Cuore di Gesù, coltiva la qualità della testimonianza cristiana. Nasce in Francia nel 1844, per opera di padre F.S. Gautrelet s.j. (1807-1886). E’ rilanciata dal padre Henry Ramière (1821-1884) che ne promuove la diffusione in molti paesi e pubblica il periodico “Il Messaggio del Cuore di Gesù”. Nel 2014 il papa Francesco dà inizio al processo di ricreazione di AdP, che cambia il suo nome in Rete Mondiale di Preghiere del Papa (RMPP). La missione di AdP – RMPP è di pregare per le sfide dell’umanità e la missione della Chiesa secondo le intenzioni del Santo Padre e dei Vescovi.
L’ultima presidente è stata la signora Miranda Giannini in Baldassarre (1933-2023; si veda il profilo biografico curato dalla figlia Ana). Membri del Gruppo sono stati: Margherita Giovando, Pina Magnani, Maria Marangoni, Maria Luisa Melone, Antonio Nigro, Severina Monticone, Grazia Emma, Mafalda Voso, Leonardo Nolé, Nunzia Scaravilla, Donato Caggiano, Concetta Arrigo, Pasqualina Norelli, Veri Ines, e suor Maria Carmela Fanelli (suora della Carità di sant’Antida 1931-2021).L’attività del gruppo era caratterizzata da due ore di preghiera mensile (con la recita del santo Rosario e la riflessione sulle intenzioni mensili (normalmente il secondo mercoledì di ogni mese); la recita del santo Rosario ogni mattina; e una adorazione eucaristica guidata ogni primo venerdì del mese.
Ora che il Santo Padre, con l’Enciclica Dilexit nos (Roma 24 ottobre 2024), rilancia la devozione del Sacro Cuore, non dovremmo custodire questa eredità e darle un futuro?
Torino, dicembre 2024 a cura di don Sergio.
Miranda Vittoria Giannini Rizzi in Baldassarre
Nasce a Barletta il giorno di S. Martino del 1933.
Suo padre Martino, rimasto vedovo con due figli a carico, sposa in seconde nozze Anna Maria e da questa unione nascono: Miranda, Elsa, Amerigo, Gilberto e Ada.
Miranda è una bambina giudiziosa, che frequenta con profitto la scuola delle suore e il catechismo. Ricorda con particolare affetto suor Raffaelina.
Nel giro di pochi isolati ci sono ben 7 chiese, ma quella di San Ruggero è praticamente di fronte a casa sua. Fin da piccola e praticamente per tutta la vita dei suoi genitori partecipa con loro alla celebrazione eucaristica.
Ottiene il diploma magistrale ma non riuscirà mai a lavorare come maestra, perché nel 1953 tutta la sua famiglia emigra in Venezuela. Non riuscendo a valorizzare il diploma, lavora in una pasticceria e come segretaria nello studio di un avvocato.
Nel 1955 il suo eterno fidanzato, Agostino, conosciuto sin dall’infanzia, la raggiunge e si sposano nel 1957. Hanno due figli con i quali finalmente Miranda può dare un senso alla sua vocazione di maestra.
Per tanti anni si dedica principalmente alla famiglia, coltiva il rapporto con le sorelle e la mamma e instaura ottimi rapporti di vicinato grazie alla sua grande capacità di ascolto. Per un periodo si occupa dell’amministrazione della contabilità dell’edificio dove abita.
Quando la vita, con i suoi imprevisti, porta problemi economici alla famiglia, non si scoraggia e non lascia mancare l’appoggio a suo marito, lavorando in uno studio fotografico.
Quando i figli si trasferiscono in Italia, dedica del tempo alla Parrocchia, inserendosi nel gruppo delle catechiste.
All’inizio del nuovo millennio, torna in Italia con suo marito. Quando cerca casa raccomanda all’agente immobiliare di trovarle un alloggio che sia al massimo a un isolato di distanza dalla chiesa dedicata alla Madonna della Divina Provvidenza.
Si inserisce nella comunità parrocchiale, partecipando ogni giorno alla recita del Santo Rosario e alla Santa Messa delle ore 18. Per tanti anni si dedica alla pulizia della chiesa e alla cura dei fiori. Fa parte del gruppo Anziani e del gruppo Apostolato della Preghiera, nel quale incontra suor Ildegarde, nata come lei un 11 novembre. Quando suor Ildegarde viene trasferita, Miranda prende le redini del gruppo, portandolo avanti con grande dedizione e partecipando alle riunioni a livello diocesano. Non trascura mai la sua formazione seguendo le lectio divine e gli incontri di preghiera.
Quando rimane vedova, dopo quasi 63 anni di matrimonio, non si chiude in sé stessa, ma si dedica ancora di più alle attività parrocchiali e alle amiche più bisognose di conforto. Con il suo sorriso, ricordato da tutti coloro che l’hanno conosciuta, e con la sua tenacia affronta l’età che avanza e il forzato isolamento causato dall’epidemia di Covid.
Dopo qualche mese di fatica per la diminuzione di autonomia, raggiunge il suo amato sposo nella casa del Padre il 1° febbraio 2023.
3.3 Coro MDP
Settembre 1994.
Domenica pomeriggio nella pasticceria della piazza centrale di Coazze si ritrovano, per un caffè e un pasticcino, una ragazza con il suo papà e una coppia di sposi. Tutti e quattro sono coinvolti a vario titolo nelle attività parrocchiali. Si conoscono da anni e, chiacchierando del più e del meno, il discorso volge inevitabilmente sulla parrocchia e sulle varie attività. A tutti e quattro piace cantare e si chiedono perché solo alla messa delle 10 c’è un coro, un po’ “sfilacciato”, di ragazzi mentre alle altre messe o non c’è nessuno che anima il canto o, al più, una o due persone che molto volonterosamente si danno da fare. E…all’improvviso ecco l’idea: formiamo un coro di adulti!! Detto fatto. Passaparola nei vari gruppi di appartenenza e arrivano le prime adesioni. Dopo un paio di riunioni a casa della coppia si decide: si canta alla messa delle 11, la messa frequentata soprattutto dagli adulti e presieduta da don Enrico. Il papà, che ha un po’ di esperienza corale, si fa carico di guidare il neonato coro con Gianni Pero che già suona l’organo con il coro dei ragazzi. Da subito facciamo le cose per bene e decidiamo di trovarci una volta alla settimana per provare insieme, abitudine mantenuta fino a pochi anni fa. E si comincia.
Il vero battesimo per il coro arriva alla Veglia di Pasqua del 1995 presieduta da don Enrico, perché mons. Michele Enriore è già gravemente malato. Ci lascerà nemmeno due mesi dopo. Tutti noi coristi, una quindicina di persone, non siamo molto preparati sulla liturgia e quella prima Veglia ci ha in qualche modo spiazzati. Avevamo preparato una messa, mentre la Veglia Pasquale ripercorre tutta la storia della salvezza con letture e salmi che noi non avevamo preso in considerazione. Comunque non ci arrendiamo e si va avanti.
Il 30 maggio di quello stesso anno, mons. Enriore ci lascia. Ricordo il suo funerale. Abbiamo cantato insieme a tanti altri cantori di altre parrocchie che lo conoscevano e a tanti seminaristi. Viene nominato suo successore don Enrico Molgora che, ben consapevole che il canto è parte integrante della liturgia, ci sprona ad andare avanti. Nel settembre 1995, in occasione del suo ingresso ufficiale, chiede ai vecchi animatori e al nostro coro di unirsi per animare la messa. Accettiamo tutti con entusiasmo. Sotto la guida di Marco Meschini, e, dopo aver ovviamente provato insieme tutti i canti, siamo pronti.
L’avventura del coro riprende. Don Enrico capisce che abbiamo bisogno di una guida più tecnica e più preparata musicalmente e, nella primavera del 1996, decide di affidare il coro all’avv. Felice Cellino, appassionato musicologo e organista. Sotto la sua guida siamo cresciuti sia in numero sia in capacità e repertorio.
Nell’anno 2000 grazie all’idea di alcune animatrici inserite nel nostro coro, Antonella Stellitano e la sorella Deborah e Tania Boscolo, volendo animare adeguatamente la messa dei ragazzi alle ore 10, chiedono ad alcuni ragazzi/e dell’oratorio di partecipare alla nascita di un piccolo coro: il Coretto, costituito da ragazzi/e dai 7 ai 15 anni che si trovano regolarmente alla fine della giornata di oratorio per provare i canti per la messa della domenica. Ben presto questo ai ragazzi non basta e iniziano a spaziare nel repertorio del movimento “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Il Coretto prosegue la sua attività per diversi anni unendosi, in alcune occasioni, al nostro coro. Poi i ragazzi crescono, coltivano anche altri interessi, praticano sport e così pian piano ad uno ad uno se ne vanno lasciando scoperta la messa delle ore 10. E il nostro coro si sposta dalle 11 alle 10. Ovviamente nelle solennità più importanti ci ritroviamo tutti insieme ma, a piccoli gruppi, assicuriamo il servizio a tutte le messe.
Nel 2005 in occasione del concerto per l’anniversario dei 10 anni dalla morte di mons. Enriore noi coristi abbiamo deciso di intitolare il nostro coro proprio a lui.
Nel 2007 il parroco don Enrico viene trasferito alla parrocchia Maria Madre della Chiesa e da noi arriva don Sergio Baravalle, l’attuale parroco.
Don Sergio conosce bene l’importanza del canto nella liturgia e, una delle prime cose che fa è chiedere ad alcuni di noi di partecipare ai corsi per animatori del canto tenuti presso l’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia.
Due anni dopo, in occasione della Quaresima del 2009, chiede a Emanuela Marangoni, insegnante di vocalità, anche all’Istituto Diocesano, ed esperta liturgista, di guidare il canto dell’assemblea.
Emanuela accetta volentieri e quando a maggio del 2009 l’avv. Cellino lascia la direzione del nostro coro, lei se ne fa carico. A suonare l’organo viene chiamato il maestro Stefano Marino allora ventenne ma già molto preparato sia musicalmente sia liturgicamente. Dopo qualche anno viene chiamato a incarichi più prestigiosi e viene sostituito dal maestro e musicista Luca Carmelo Sambataro.
Emanuela resta con noi fino a quando il Padre non la chiama a sè nel gennaio 2023. Ci ha seguito sempre con competenza e dedizione anche durante la grave malattia che l’ha colpita, facendoci crescere non solo a livello vocale ma anche e, soprattutto, in senso spirituale e liturgico.
Quando Emanuela se ne va, il maestro Sambataro ci propone di proseguire insieme sulla strada da lei tracciata.
E siamo arrivati ai nostri giorni. La nostra corale è ancora qui, viva, dopo 30 anni di servizio! Alcuni dei nostri amici ci hanno lasciato perché chiamati dal Padre o perché si sono trasferiti o sono ammalati, ma restano comunque e sempre nei nostri cuori.
Domenica 29 settembre abbiamo festeggiato insieme, quasi tutti, i nostri 30 anni. Siamo ancora “giovani” ma ci servirebbe un po’ di ricambio generazionale perché da adulti che eravamo all’inizio di questa avventura siamo ormai diventati….maturi.
Ottobre 2024
Gabriella Monfredini Domizi
3.4 Azione Cattolica
Nel 1868 papa Pio IX approva la costituzione della “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, fondata alcuni mesi prima da Mario Fani e Giovanni Acquaderni. Il motto che sostiene il loro impegno, “preghiera, azione, sacrificio”, racchiude il programma cui si ispirano: la devozione alla Santa Sede, lo studio della religione, la testimonianza di una vita cristiana, l’esercizio della carità.
Nell’Arcidiocesi di Torino l’associazione è presente dal 1871.
Nel 1905 l’associazione rinasce con il nome di Azione Cattolica. Nel 1923 viene costituita in quattro sezioni, compresa la FUCI (Federazione Universitaria Cattolici Italiani), che conserva questa denominazione ancora oggi. Nel 1931 – dopo lo scioglimento ordinato da Mussolini a fine maggio, l’accordo tra Santa Sede e regime fascista del 2 settembre e il successivo Statuto – esse prendono il nome – fino allo Statuto del 1969 – di Unione Uomini di Azione Cattolica (Uuaci), Unione Donne di Azione Cattolica (Udaci), Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC), Gioventù Femminile di Azione Cattolica (GF).
La Gioventù Femminile cattolica italiana (Gfci) era stata fondata da Armida Barelli nel 1917 a Milano; grazie all’opera della stessa Armida, per incarico di papa Benedetto XV, dal 1918 e in pochi anni si diffonderà in tutta Italia, entrando già nel 1919 a far parte delle Unione femminile cattolica italiana (Ufci), nuovo organismo di coordinamento dei rami femminili di Azione cattolica.
È proprio quello della GF, nel 1930, il primo “circolo” a costituirsi nella Parrocchia Madonna della Divina Provvidenza. Sarà intitolato a Margherita Sinclair, una giovane operaia scozzese, morta nel 1925 a 25 anni, due anni dopo essere entrata nella vita religiosa tra le Clarisse Collettine a Londra, che sarà dichiarata venerabile da Paolo VI nel 1965. Don Plassa la addita come modello alle gieffine: “giovane, umile, forte, povera, operose, pura, santa! Così voi dovete essere!”.
Negli anni immediatamente successivi si costituiscono in parrocchia le associazioni dell’Unione Uomini (1932, con 15 soci fondatori) e dell’Unione Donne (1933, con 29 socie) di Azione Cattolica; il circolo della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (1932), intitolato ad Aldo Marcozzi (milanese, Aspirante nell’Azione Cattolica dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane, di cui era allievo; morto a 14 anni nel 1928, del quale fu avviato, e sospeso dopo cinque sessioni, nel 1941 la causa di beatificazione); il Gruppo dei Fanciulli di Azione Cattolica (1939).
Negli anni Cinquanta si contano fino a 125 socie dell’Udaci e fino a 80 tesserati dell’Unione Uomini.
Di quanto si legge nei documenti conservati nell’Archivio Storico “Carla Rossi” dell’Azione Cattolica Diocesana di Torino (soprattutto le Relazioni delle Attività Annuali dei gruppi parrocchiali e le Relazioni di Visita delle “propagandiste” e dei delegati del Consiglio Diocesano), colpisce come, ben prima del Concilio Vaticano II e dello Statuto dell’Azione Cattolica del 1969 (e della successiva revisione del 2003), i laici di Azione Cattolica della nostra parrocchia abbiano agito per “la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza”, assunto “la loro responsabilità nel dirigere” l’Associazione, collaborato con i ministri ordinati (Apostolicam Actuositatem 20; Statuto dell’Azione Cattolica artt. 1-5).
Tali documenti testimoniano infatti, soprattutto negli anni Cinquanta, delle
- iniziative di spiritualità (momenti di preghiera e di adorazione eucaristica, predicazione ...) e attività di formazione – certo, alcune ai nostri occhi di cattolici di oggi appaiono decisamente rétro, come le attività di moralità o la “settimana antiblasfema”! – per socie e soci giovani e adulti (ritiri, lezioni di catechismo, scuola di religione, le “Tre Sere” non solo su temi religiosi, corsi di formazione sociale e di cultura civica…) e per i fanciulli; ma anche aperte a tutta la parrocchia (proiezione di film, convegni, conferenze…) o per specifiche categorie di adulti anche non soci (padri di famiglia, madri dei comunicandi…);
- attività caritative, in collaborazione con altre associazioni, come la Conferenza di S. Vincenzo;
- elezioni dei membri del Consiglio dei Gruppi parrocchiali; cura degli aspetti finanziari, annualmente relazionati.
La presenza dei sacerdoti assistenti emerge preziosa. I parroci, don Plassa prima e monsignor Enriore poi, mettono a disposizione la sede per l’associazione, nel novembre del 1931 e di nuovo nel 1951, dopo la ricostruzione e l’ampliamento della chiesa, pesantemente bombardata durante la guerra; insieme agli altri preti assistenti dei diversi gruppi partecipano alle “adunanze”, si fanno carico delle quote di alcuni partecipanti a iniziative fuori parrocchia, come gli esercizi spirituali. E i soci dell’Associazione, come ricorda una testimone che ancora vive in parrocchia, furono instancabile “manovalanza” dell’Opera Torino-Chiese, diretta da mons. Enriore dal 1954.
I documenti più informali (gli opuscoli prodotti nel 1955 per il 25° della “Margherita Sinclair” e nel 1982 per il 50° della “Aldo Marcozzi” e 52° della “Margherita Sinclair”) e le testimonianze dirette di soci che ancora vivono in parrocchia ricordano le persone – laici, religiose, sacerdoti – che hanno camminato con e nell’Associazione e ampliano la ricostruzione del clima di quei decenni: la scuola di canto, le gare di cultura religiosa, il vanto di portare la bandiera nelle processioni, la gioia di partecipare ai Convegni Nazionali romani e vedere il papa, le feste, gli spettacoli, le gite, i campeggi ...
E poi tanta amicizia, chiacchierate, fidanzamenti, matrimoni, sostegno reciproco, giochi, canti, risate…, ma anche, come spesso accade, qualche dissapore.
Che cosa ne è stato di tutto questo? Un ex-socio mi ha detto che l’Azione Cattolica della nostra parrocchia si è “sciolta”, nel senso che è evaporata, è sparita, quasi senza che gli stessi aderenti se ne accorgessero, apparentemente senza un vero motivo.
Probabilmente – senza entrare nel dettaglio della storia dell’AC – questa dissoluzione, lenta e quasi impercettibile agli occhi della “base”, è iniziata come riflesso della crisi interna all’Associazione, determinata dalle tensioni, a livello di dirigenza nazionale, degli anni 1952-’54 tra Gedda, Carretto e Rossi; ed è proseguita con la generale crisi dell’associazionismo dopo il Vaticano II, il proliferare dei “movimenti” cattolici, i cambiamenti della società conseguenti al ‘68. Di fatto, a livello nazionale dal 1960 al 1975 l’Azione Cattolica perde oltre due terzi degli aderenti (da 3 milioni a 800.000) e, tra questi, anche i soci della nostra parrocchia!
Che cosa è rimasto di tanto fervore, di tanto entusiasmo, di tanto impegno, di tante belle relazioni personali...? “Nulla … o quasi!” – risponde nell’opuscolo del 1982 una ex-socia. Ma dopo poche righe ringrazia per aver vissuto esperienze importanti, per aver imparato “ad accorgersi degli altri e a lavorare per loro, a riflettere, fare silenzio, pregare, valorizzare le piccole e grandi cose della vita”.
E i legami personali sono rimasti saldi: ogni anno, fino al 2019, molti soci della “Margherita Sinclair” e della “Aldo Marcozzi” si sono ritrovati – alcuni venendo da altre parti d’Italia in cui si sono stabiliti – nella nostra chiesa l’8 dicembre, per celebrare insieme – e negli ultimi anni, insieme anche agli adulti della nuova associazione parrocchiale di Azione Cattolica – l’Eucarestia nel giorno della Festa dell’Adesione all’Azione Cattolica.
Maura TUMMOLO
L’Azione Cattolica in parrocchia negli anni 2000
L’esperienza attuale dell’Azione Cattolica nella nostra parrocchia è ripartita, dopo alcuni decenni di interruzione, nel 2009 su sollecitazione del parroco Sergio Baravalle, che ha coinvolto alcuni laici. L’associazione territoriale si è formalmente costituita nel 2011.
Nella parrocchia MDP è presente solo un gruppo di adulti, anche se l’associazione propone itinerari differenziati per tutte le età, anche per bambini, ragazzi e giovani. Oggi il gruppo è costituito da 11 aderenti e alcuni simpatizzanti. Nei suoi anni di vita tanti sono stati gli amici che hanno condiviso il nostro percorso, ma, per motivi vari, familiari o di lavoro, hanno lasciato la nostra città per trasferirsi altrove, dove in alcuni casi hanno trovato un’altra famiglia in associazione.
Negli anni pre-Covid, fino al 2019, con gli “adultissimi” che aderivano da decenni e che formavano un numeroso gruppo operante attivamente nella comunità, venivano organizzati regolarmente momenti di convivialità, festa e amicizia in occasione dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata e giorno in cui gli aderenti riconfermano, come Maria, il loro “Sì” al Signore.
Gli “adultissimi”, inoltre, raccontavano i loro vissuti, le loro esperienze in AC e, così facendo, si poteva sperimentare la reciprocità del “dare e ricevere”.
Durante e dopo la pandemia, invece, non è più stato possibile incontrarli in gruppo, ma solo personalmente, anche perché alcuni di loro, nel frattempo, sono diventati troppo anziani, si sono ammalati o, purtroppo, sono venuti a mancare.
Durante il primo decennio di attività del gruppo abbiamo organizzato diversi eventi di interesse sociale, anche aperti alla comunità e al territorio, e ci siamo impegnati nell’accompagnamento di alcune realtà ecclesiali a noi vicine:
- una serata sul tema dell’acqua pubblica, bene comune, in preparazione al referendum del giugno 2011;
- due ritiri spirituali, che hanno coinvolto sia i giovani sia gli adulti della comunità, uno dei quali sull’intergenerazionalità, tanto caro all’Azione Cattolica;
- pomeriggi di approfondimento, curati dalla professoressa Elena Garello, docente di Storia dell’Arte, sulle opere di numerosi artisti italiani e stranieri (Leonardo da Vinci, Giotto, Caravaggio, Van Gogh), come suggerito dal cammino formativo annuale dell’Azione Cattolica. Queste occasioni di crescita culturale sono state molto gradite dalla comunità parrocchiale;
- una serata su alcune beatitudini, con il contributo della Caritas, del Sermig, e della Comunità di Sant’Egidio;
- incontri sulla politica e sull’economia, con il contributo di amici di Presidenza e Consiglio Diocesani e della Gioc;
- proiezione di film legati al cammino formativo dell’anno;
- proposte (preparate con catechiste e membri del CPP) per le famiglie dei bambini del catechismo: liturgia penitenziale in Quaresima; incontri, a scadenza mensile, che si sono protratti per tre anni, con un gruppo di genitori di ragazzi del dopo-Cresima, secondo il metodo formativo, vita-Parola-vita, dell’Azione Cattolica;
- condivisione dell’attività di alcuni giovani della nostra parrocchia impegnati nel Centro di Ascolto e nell’accompagnamento di minori soprattutto stranieri presso il santuario di Sant’Antonio da Padova;
- accompagnamento di una trentina di adulti della parrocchia della Natività, desiderosi di riprendere un cammino di gruppo: con loro abbiamo condiviso alcuni momenti del nostro percorso formativo.
Sin dalla sua nascita il gruppo adulti si incontra regolarmente, con cadenza prima quindicinale, attualmente mensile di domenica pomeriggio. La comunità viene informata della data della riunione affinché chi vuole possa partecipare.
Tutti i partecipanti, aderenti all’Associazione e simpatizzanti, sono impegnati in diversi servizi in parrocchia e anche in attività di volontariato. Alcuni hanno ricoperto o ricoprono incarichi di responsabilità nell’Azione Cattolica a livello diocesano.
Ci prendiamo cura della nostra parrocchia e dell’Unità Pastorale anche con la partecipazione di alcuni di noi al Consiglio Pastorale Interparrocchiale e all’equipe dell’UP 10, per essere corresponsabili della pastorale.
Il testo annuale per il cammino formativo dei gruppi adulti di Azione Cattolica parte dalla vita di uomini e donne che quotidianamente cercano di operare una sintesi tra il Vangelo e la vita. L’itinerario, dunque, è diviso in tappe, in cui si racconta un aspetto della propria vita, si riflette su un brano del Nuovo Testamento e, infine, si ritorna alla propria vita, perché essa cambi, illuminata dalla Parola di Dio. L’obiettivo della formazione in AC è, infatti, quello di imparare a riconoscere e incontrare Dio nella propria vita, in un percorso VITA – PAROLA – VITA.
Siamo degli adulti sempre disponibili a interrogarsi e confrontarsi, che percorrono un cammino di fede di gruppo, pregando e ascoltando la Parola, alimentando anche la propria fede personale per dare testimonianza e praticare scelte di responsabilità, fraternità e carità: le relazioni sono fondamentali per il gruppo e non solo al suo interno.
Da ogni incontro usciamo sempre diversi, perché in queste occasioni si riesce a guardarsi dentro, ci si mette in discussione e si cresce.
Questo cammino è arricchito dall’apertura alla realtà diocesana, con la partecipazione di molti di noi alle iniziative proposte agli adulti (ritiro di Avvento, esercizi spirituali, serata per i giovani adulti, festa della pace, serata dedicata al testimone dell’anno, campo estivo …) e a quelle unitarie (presentazione dei cammini annuali, assemblea diocesana, vari momenti di formazione…).
Anche a bambini, ragazzi, giovanissimi e giovani vengono proposti momenti di formazione e condivisione a livello diocesano
Questi appuntamenti sono, per tutte le fasce di età, arricchenti occasioni anche per rafforzare l’amicizia e i legami tra noi.
Antonella FERRARA
3.5 Conferenza di San Vincenzo
La conferenza di San Vincenzo De Paoli nella parrocchia Madonna della Divina Provvidenza
Dopo un cenno storico relativo alla vita di chi ha fondato e diffuso la società di San Vincenzo de Paoli, citeremo alcune persone che, nella conferenza della parrocchia Madonna della Divina Provvidenza, hanno dedicato il loro impegno nei decenni scorsi per fornire un aiuto materiale, morale e spirituale ai tanti bisognosi della parrocchia..
Cenni storici
Beato Federico Ozanam (1813-1853)
Giovane studente universitario della Sorbona di Parigi con alcuni compagni di studio ed il Professor Bailly definì nell’aprile 1833 la “conferenza di carità”, riunione di gruppo di laici che volevano operare cristianamente andando a visitare le famiglie povere. Nel febbraio 1834 venne dato il nome di Conferenza di San Vincenzo de Paoli, perché si distingueva proprio sul carisma che San Vincenzo aveva dato alle sue opere caritative. Le conferenze ebbero un immediato successo in Francia e globalmente furono denominate Società di San Vincenzo de Paoli nel dicembre del 1835. Alla fine del 1847 erano presenti anche all’estero ed in particolare il Beato fu presente in Italia per vari mesi per uno studio avuto dal ministero dell’istruzione francese. A Firenze ed in Toscana ebbe modo di contattare le conferenze già presenti nel territorio fornendo utile suggerimenti.
Beato Francesco Faà di Bruno ( 1825-1888)
Nato ad Alessandria, visse a Torino ma per una borsa di studio ebbe la possibilità di perfezionarsi nelle scienze fisiche e matematiche alla Sorbona di Parigi. Ha avuto pertanto l’occasione di conoscere la prima Conferenza di San Vincenzo de Paoli, fondata da Federico Ozanam.
Ritornato a Torino, entrò nella conferenza dei Santi Martiri, fondata nel 1850 come prima conferenza torinese che ebbe come soci onorari San Giovanni Bosco e San Leonardo Murialdo.
Nel 1853 il beato Faà di Bruno fondò la conferenza di San Massimo della quale fu presidente e nello stesso anno fondò la conferenza di Alessandria. Le opere fondate dal beato Faà di Bruno si ispirano al carisma vincenziano e sono mirate all’aiuto sociale, in particolare donne lavoratrici domestiche (opera di santa Zita situata nella nostra circoscrizione n.4).
Sviluppo e crescita della conferenza Madonna Divina Provvidenza
Don Michela Plassa (1880-1953) Parroco fondatore della nostra parrocchia, era preoccupato dalla notevole presenza di poveri nel nostro territorio, soprattutto quando visitava le famiglie per presenza di ammalati o anziani e in questa occasione forniva, se possibile , un piccolo aiuto economico. In altri momenti incontrava persone senza fissa dimora e li invitava in casa canonica a pranzo. Data la necessità di un coordinamento più organico di questo servizio, creò la conferenza di San Vincenzo de Paoli dandole lo stesso nome della parrocchia.
I primi confratelli fondatori furono i signori Varesio e Viano. La conferenza si attivò nel 1927 facendo parte del Consiglio Centrale di Torino ed aggregata nel 1929 alla Federazione Internazionale Società San Vincenzo de Paoli con sede a Parigi (di cui abbiamo l’originale documento nella nostra Sede).
La prima attività di cui i poveri avevano particolarmente bisogno era ricevere prodotti alimentari in particolare latte e pane ed inoltre combustibili (legna da ardere e carbone) per riscaldamento ed uso cucina. Nacque quindi la “ mnestra di Don Plassa”. Una baracca presso il cortile parrocchiale veniva usata come magazzino e zona cottura. Di conseguenza venivano preparate razioni di minestra all’inizio per 50 poveri poi fino 180-200 bisognosi. Le persone potevano accedere liberamente portando appositi recipienti.
Le attività della Conferenza di san Vincenzo nel periodo di guerra furono sospese fino all’aprile 1945. Riprese la distribuzione della minestra che arrivò da un minimo di 150 fino ad un massimo di 350 frazioni giornaliere. Nel contempo nella necessità di legna e combustibili vari si contattò la ditta Visconti, sita in Via Piedicavallo affinché provvedesse alla fornitura. Il materiale veniva ritirato con apposite gerle ed un carretto da parte di giovani robusti volontari parrocchiali, e consegnato a domicilio dei bisognosi. In tale periodo, considerando la necessità di materassi, coperte, lenzuola ed indumenti vari, iniziò la raccolta e la distribuzione di questi sussidi. Collaborarono le signore volontarie che con esperienza di sartoria provvedevano a ritirare il materiale ancora utilizzabile.
Data la notevole immigrazione dal Veneto e successivamente dalla regioni del Sud e altre provincie piemontesi il parroco Don Enriore , in occasione della terza domenica del mese, decise di devolvere le offerte raccolte nelle Messe festive alla Conferenza San Vincenzo per avere la possibilità di dare un maggior aiuto economico. Essendoci una maggior richiesta di lavoro, non troppo specializzato, incominciò un’affluenza soprattutto di giovani in cerca di occupazione. Pertanto nasce dopo il 1955 circa il centro di ascolto il quale aveva come obbiettivo principale l’accoglienza di chi arrivava da altre regioni e necessitava di alloggio e di aiuti non solo economici per iniziare una nuova vita nel nostro territorio.
I dati successivi che vengono riportati sono stati attinti dalla lettura di documenti riposti nell’archivio della segreteria parrocchiale e dai verbali delle riunioni fra i confratelli (chiamate fino a maggio 2010 “adunanze”)
Documento Relazione statistica e morale del 1979 presentata alla società di San Vincenzo De Paoli
Elezione Presidente aprile 1979 Carlo Toniolo Media soci presenti 12
Vicepresidente Ibertis Adelina,
Segretario Taricco Sergio,
Tesoriere Vaudani Cesare.
Soci. Pirzoruo Luciano, Davico Livio e Davico Ada, Algostino Augusto ed Algostino Rosanna, Ibertis Paolo, Gaidano Giuseppe, Stella Paolo, Drago, Musso, Fasolis, Tenaglia Luisa
Relazione. Oltre alla normale assistenza a persone sole, abbiamo continuato ad aiutare, non solo finanziariamente nuclei familiari immigrati negli anni precedenti e non inseriti nella comunità di borgata e parrocchiale perché: usi e costumi di appartenenza radicati in loro, tanto da provocare squilibri di ogni ordine e grado. Quindi: Ricerca posto lavoro, sistemazione figli, rieducazione verso il nuovo ambiente che li ospita e ricerca di alloggi ospitali e non gravosi. Quanto sopra è stato oggetto nostro di studio e si realizzò anche una relazione che affidiamo al Consiglio parrocchiale per la Diocesi. Esiste collegamento con i centri predisposti ai comitati di quartiere , ma le soluzioni politiche-partitiche non si abbinano al nostro servizio. Le disponibilità dei confratelli e delle consorelle non hanno orari e scelte diverse da quelle che portano all’affratellamento.
I propositi per il 1980: continuare con l’augurio che i giovani possano inserirsi senza dare troppo peso alle nostre forme abitudinarie ma di rispetto. Il Presidente Carlo Toniolo
Già da questo documento di quarantacinque anni fa si comprende l’azione vincenziana, svolta dalle consorelle e confratelli della conferenza, non molto diversa da quella che oggi noi dobbiamo affrontare.
Chi siamo e cosa facciamo
La Società di San Vincenzo de Paoli si è costituita in Italia nel 1842. La Federazione nazionale della Società di san Vincenzo De Paoli ha sede a Roma. Riunisce e coordina tutte le Associazioni Consiglio Centrale della Società di San Vincenzo de Paoli. La ODV Società di san Vincenzo de Paoli Consiglio centrale di Torino è un’organizzazione laica cattolica iscritta al registro Unico Nazionale del Terzo Settore dal 19 settembre 2022, sita in Corso Matteotti 11. Si articola in 60 gruppi locali che hanno conservato il nome di conferenza, situati nelle 8 circoscrizioni di Torino e in diversi comuni in provincia di Torino e Cuneo, con oltre 800 tra soci e volontari. Si costituiscono nell’ambito di una comunità, quale una parrocchia, un centro abitato, un’azienda, una scuola , ecc.
Il Consiglio Centrale di Torino lavora incessantemente con una serie di progetti mirati a contrastare l’esclusione sociale e le diverse marginalità. Svolge iniziative in collaborazione con la Caritas Diocesana e le altre associazioni di volontariato e intrattiene rapporti con gli Enti Pubblici.
La conferenza è una comunità di fede, nella quale i vincenziani sono chiamati a camminare insieme verso l’unione di amore con Cristo attraverso il servizio ai poveri, visitati a domicilio, che rappresenta l’essenza della loro vocazione e la sorgente della loro ispirazione . Ogni conferenza è responsabile delle proprie scelte operative, gestionali e deve rimanere unita a tutte le altre conferenze, adeguandosi alle direttive del Consiglio Centrale (art.15.4 dello Statuto).
La riunione quindicinale prevede un momento di spiritualità e di formazione: si prega e si riflette insieme utilizzando la Sacra Scrittura, le lettere di Ozanam, sussidi e altri testi. La seconda parte è dedicata all’analisi e discussione delle situazioni relative alle famiglie e persone soccorse e visitate..
In ogni conferenza è presente un presidente, un vicepresidente, un tesoriere ,un segretario ed un assistente religioso.
Se noi ci diamo appuntamento sotto il tetto dei poveri,
serve più a noi che a loro,
per diventare migliori e più amici
(Federico Ozanam Lettera a E.Bailly, 3 novembre 1834 –n.4)
Servizi della Conferenza P19 : storia ed attualità
Centro di ascolto .
Il 28/04/2009 nasce il centro di ascolto diretto da Carlo Toniolo. Afferiscono le persone in difficoltà economica, lavorativa, sociale e spirituale.
Si accolgono persone che hanno bisogno di parlare della loro situazione, di consigli, di punti di riferimento e di aiuti concreti. Si cerca una soluzione in sinergia con i servizi sociali del territorio, per un’adeguata risposta ai loro bisogni. Sono famiglie che necessitano di aiuto economico per sostenere le spese necessarie per sopravvivere, sostegno ai bambini per le spese scolastiche, ricerca di lavoro per i disoccupati e la possibilità di avere un casa idonea in base al numero dei componenti dei nuclei familiari. Per le persone che vengono prese a carico viene programmata la visita a domicilio dove un dialogo più intimo fra le mura della propria casa è uno specchio più veritiero della loro situazione di disagio.
Le principali categorie delle persone aiutate sono le famiglie, molte straniere, le persone malate, gli anziani, i disoccupati, tossicodipendenti e chiunque si senta emarginato
Distribuzione alimenti
1995 Il presidente Carlo Toniolo informa i confratelli di un nuovo servizio del banco alimentare. E’ una nuova iniziativa che necessita di riscontro adeguato. Il presidente andrà presso il Banco Alimentare a ritirare i viveri per distribuirli in via sperimentale agli assistiti e a quelli di altre cinque conferenze della zona. Dicembre 1995 Non è possibile proseguire l’attività del banco alimentare per problemi logistici quali inadeguatezza del magazzino, difficoltà di istituire una struttura amministrativa adeguata, come richiesto dai fornitori delle vettovaglie.
Aprile 2009 Sono stati ottenuti i locali per il banco alimentare e si allestiscono le borse alimentari.
Con un magazziniere, tenuta e stoccaggio merci 1 persona, 2 persone addette alla preparazione pacchi e 2 persone addette alla consegna periodica.(1 volta al mese) Il materiale da distribuire verrà acquistato direttamente dalla conferenza.
Ottobre 2009 distribuzione di buoni acquisto prepagati presso supermercato PAM (validità 3 mesi)
17/01/2011 prima fornitura dal Banco Alimentare Nazionale che deve essere ritirata a Moncalieri.
I prodotti devono essere registrati in appositi moduli. Il valore ISEE del nucleo familiare deve essere inferiore ad un certo valore, indice di indigenza. Le famiglie assistite che riceveranno la borsa non sono solo quelle della parrocchia Madonna Divina Provvidenza ma anche di altre parrocchie limitrofe. Negli anni successivi si integrerà anche con altra merce acquistata direttamente o con buoni spesa nei supermercati (per es. CONAD 8 buoni da 30 euro nel 12/2011) o donazioni di beni alimentari da parrocchiani. Dal 2013 circa il Banco Alimentare ha provveduto alla consegna del materiale direttamente presso la nostra sede, tramite un padroncino pagato dalla conferenza.
Dal marzo 2020 dall’ufficio Diocesano Caritas in collaborazione con il Provveditorato degli Studi di Torino iniziativa Pane Nostro allo scopo di coinvolgere i bambini delle scuole primarie e i ragazzi delle scuole medie nell’offerta/raccolta di prodotti alimentari destinati alle famiglie bisognose . Nel 2020 per desiderio di Don Sergio nasce il servizio della “borsa del sorriso” settimanale. Sono assistiti non continuativi.
Da gennaio 2024 vengono distribuite le borse mensili anche ai nuclei familiari residenti nella zona della parrocchia Santa Giovanna d’Arco.
Aiuti economici
-Stretta collaborazione con la Fondazione Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo per aiuti economici a famiglie segnalate dalla conferenza dopo attenta valutazione dei bisogni, dagli anni ’90 fino a qualche anno fa (attualmente gli aiuti vengono erogati con progetti specifici)
-Eredità di parrocchiani
-Questua parrocchiale alle terza domenica di ogni mese fino a qualche anno fa.
-Donazioni da parte di parrocchiani. Posizionamento della cassetta in chiesa per la raccolta delle donazioni aprile 2009. La conferenza è titolare di un conto corrente bancario Intesa San Paolo.
-Tredicesima di solidarietà dello Specchio dei Tempi per persone di età uguale o superiore a 65 anni, che vivono da sole in affitto, con basso ISEE
Sportello lavoro
Nel novembre 2009 nasce la proposta dall’ufficio pastorale sociale della Diocesi ”Servio Lavoro” di un percorso formativo di un gruppo specifico di persone con l’obbiettivo di offrire strumenti di accompagnamento per la ricerca del lavoro. Inizia attività dello sportello lavoro il 5/2010. E’ un ottimo aiuto per la compilazione dei documenti e moduli relativi alla richiesta di lavoro per le persone richiedenti specie stranieri. 10/2012 l’Ufficio Diocesano ha chiesto di nominare un amministratore (Franco Canci) ed un coordinatore di tale attività che utilizzino il suo sito internet e la sua banca dati. Tra le caratteristiche degli assistiti si notano la bassa scolarità e professionalità specifica. Per gli stranieri si segnala le difficoltà nella lingua italiana, assenza di professionalità specifiche e irregolarità dei documenti in loro possesso.
Servizio di raccolta e distribuzione indumenti
Nei locali della conferenza si possono consegnare abiti usati (abiti comunque puliti, non stracciati e adatti ai nostri assistiti) scarpe, borse, articoli casalinghi, giocattoli etc. E’ l’unico servizio per indumenti presente nella nostra Unità pastorale. Attualmente si presentano circa 30 persone alla settimana. Sono per il 50% bisognosi senza fissa dimora e nel 50% famiglie già assistite, residenti nel nostro territorio. Viene richiesto principalmente abbigliamento maschile anche intimo e per bambini, anche neonati. Le donne di solito sono di taglie forti ed essendo, in percentuale maggiore, straniere ed islamiche non riescono a trovare abbigliamento adatto a loro.
Dall’aprile 2010 continua la collaborazione con la cooperativa Lavoro e solidarietà con la raccolta di indumenti usati e abbigliamento di qualsiasi genere (vestiti, scarpe, borse ecc) due volte l’anno nel cortile della parrocchia.
Eventi per raccolta fondi
Organizzazione di eventi effettuati anche durante le feste patronali della parrocchia
-teatrali (11/2011 spettacolo presso il teatro di Via Asinari di Bernezzo), musicali con cori (in parrocchia maggio 2009), lotterie, mostre di quadri, Banco della solidarietà all’ingresso della chiesa in svariati anni, Cena natalizia di solidarietà con la partecipazione dei gruppi parrocchiali dal 12/2011 al 12/2016 ed il 2024 nel saloncino di Via Asinari di Bernezzo
-Banco e pesca di beneficenza presso i locali di Via Asinari di Bernezzo 34, il 15 e 16 novembre 2014 e l’11 ottobre 2015 Apericena multi etnica nella festa patronale del 2015
Banco di solidarietà sanitaria
Dal 2014 al 2018 si segnala la collaborazione con l’associazione Banco di Solidarietà sanitaria - onlus, organizzazione di volontariato a Moncalieri con la finalità di raccogliere e distribuire prodotti sanitari e per la salute non direttamente previsti dal sistema sanitario nazionale. distribuito ai bisognosi con le borse alimentari o in caso di necessità: pannoloni per anziani, pannolini per bambini, disinfettanti, garze sterili, guanti di vinile, saponette, spazzolini da denti, shampo, bagnoschiuma, assorbenti ed altro ancora. Si è dovuto interrompere la collaborazione per chiusura del banco.
Partecipazione a progetti del Comune di Torino (circoscrizione IV)
Nel 2013 iniziativa Borse alimenti per i poveri Nel 2018 progetto aiuto alimentare-sostegno scolastico ed educativo in tre linee: distribuzione di buoni pasto, aiuto scolastico per attività di doposcuola educativo, “estate ragazzi” per aiutare le famiglie in difficoltà.
Attività durante la pandemia COVID
La conferenza ha dovuto modificare e limitare le attività normalmente programmate per rispettare le norme di prevenzione sanitaria e previste dal Governo e dall’Arcidiocesi. Il centro di ascolto da marzo a maggio 2020 non ha potuto svolgere la consueta attività settimanale dell’ufficio ma soltanto colloqui telefonici in caso d’urgenza. La distribuzione delle borse alimentari è continuata alle persone regolarmente registrate ed altre persone in difficoltà, fra le quali i senza fissa dimora con il servizio di distribuzione della borsa del sorriso.
Il nostro scopo principale non fu di aiutare i poveri, no, quello non fu che un mezzo. Il nostro scopo fu di mantenerci fermi nella fede cattolica e di diffonderla agli altri per mezzo della carità.
( Federico Ozanam)
La conferenza oggi
La nostra conferenza è composta da 5 consorelle, 5 confratelli e 11 volontari ; Enrica Pontiglio, Bruna Ghiglione, Giancarlo Schiavi, Franco Canci, Luigi Luparia, Gianni Pero, Lino Vangelista, Suor Maria Luisa Ferrero, Pina Profazio, Enza Giommetti, Elena Sirolla, Mino Vergano, Massimo Polatti, Sebastiano Falchi, Tina Sportiello, Francesca Cilluffo, Donata Bocca, Simonetta Marangoni, Gianfranco Ferrari, Lamarca Gaetana , Revelli Michela.
Assistente spirituale Don Sergio Baravalle
Sede: Via Valentino Carrera 11B tel. cellulare 3533582947.
Orari dei servizi :
Centro ascolto martedì mattina dalle ore 9 alle ore 12
Servizio indumenti con ritiro e distribuzione : martedì dalle ore 9 alle ore 12 - giovedì dalle ore 16 alle ore 18
Distribuzione “borsa del sorriso” martedì dalle ore 10 alle ore 12
Distribuzione delle borse alimentari mensili ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 9360, mensilmente, al venerdì della terza settimana del mese.
Lavoro di rete;
Stretto rapporto con il Consiglio Centrale di Torino con partecipazione alle iniziative proposte, inserimento alla Commissione di Lavoro dei nostri bisognosi in cerca di lavoro, affiancati ed accompagnati dalla compilazione del curriculum vitae all’inclusione in percorsi formativi ed inserimento nel mondo del lavoro.
-Collaborazione con i servizi del Comune: diretto contatto telefonico con le Assistenti Sociali di Via Val della Torre e di Via Bogetto se esistono problematiche correlate a disagi di minori.
-Collaborazione con altre associazioni di volontariato (“Movimento per la vita” di via Via Giusti per gli aiuti economici e non solo ai genitori di bimbi da 0 a 2 anni, “ Volere la Luna” di Via Trivero con numerosi servizi per es. consegna di pasti caldi settimanali, supporto psicologico e psicoterapia, assistenza giuridica, consulenze per i pensionati ed altro)
-Rapporti con Snodo n4, rete di enti del privato sociale e istituzioni pubbliche attive sul territorio della Circoscrizione 4. Nel 11/2021 è stato firmato un documento del bando del Comune di Torino per una stretta collaborazione con Più Spazio Quattro di Via Saccarelli 18. Sono presenti numerosi servizi fra i quali sportello sociale con supporto agli immigrati, sportello digitale, consulenza legale, consulenza sulla casa, etc.
Alcuni esempi di aiuto concreto ad alcuni dei nostri assistiti:
- Nel 2023 aderendo al progetto “dentista solidale” della Federazione Nazionale di San Vincenzo de Paoli abbiamo accompagnato una nostra assistita E.G. di anni 40 presso studio dentistico per posizionamento di protesi dentale completa, utilizzando in parte le nostre risorse economiche ed in parte un contributo fornito dal Consiglio Centrale di Torino. Le cure per igiene orale sono state gratuite.
- Nel 2023 interagendo con Assistente Sociale di Via Val della Torre abbiamo aiutato a trovare una casa per il nostro assistito S.B. di aa 63 a causa di uno sfratto dalla sua abitazione.
- Una nostra assistita di 60 anni L.O., che vive da sola, per multiple problematiche di salute e problemi di relazione sociale, è stata da noi aiutata ad inserirsi nella rete dell’Assistente Sociale. Attualmente è aiutata a domicilio da una OSS per assistenza alla persona ed un’educatrice per accompagnarla alle visite mediche ed altre commissioni. Riceve da noi la borsa alimentare che le consegniamo a domicilio più un pasto caldo settimanale fornito dai volontari di Volere la Luna .
- Un nostro assistito G.C. di aa 68 che vive solo, con gravi problemi di salute, in stretta collaborazione con Assistente Sociale, date le condizioni abitative di scarsa igiene, è stato ricoverato temporaneamente in casa di Cura per eseguire intervento di manutenzione dell’alloggio. Inoltre, per lui è stata programmato presso Ambulatorio Misericordes di Via Baiardi un posizionamento gratuito di protesi completa dentale.
Ultimi dati della distribuzione delle borse alimentari mensili:
107 nuclei familiari, 288 assistiti, 110 inferiori a 16 anni. Nazionalità: Italia 36, Romania 12, Moldavia 4,Tunisia 2, Marocco 20, Nigeria 14, Albania 3, Egitto 1, Perù 8, Argentina 1, Brasile 4, Ucraina 1. In conclusione 44% europei; 56 % extracomunitari.
Presidenti
La conferenza P19 nasce nel 1927.
Primo Presidente fu Giovanni Varezio, poi Cosimo Montanaro, Luciano Pizzorno, Livio Davico e dall’aprile 1979 Carlo Toniolo, entrato in Conferenza dal 1946.
Carlo Riva dal 03/2009 al 05/2012
Mario Gaidano dal 05/2012 al 1/2017
Elena Sirolla Vergano dal 1/2017 ad 10/2017
Franco Canci Presidente ad interim da 10/2017 a dicembre 2017
Fabrizio Ortolani da gennaio 2018 ad aprile 2021
Franco Canci dall’aprile 2021 all’aprile 2024
Enrica Pontiglio dall’aprile 2024 a tuttora.
Non è fattibile poter seguire tutti i nuclei familiari che accedono ai nostri servizi, mettendo in pratica gli insegnamenti di San Vincenzo De Paoli e Federico Ozanam, che prevedono una completa presa a carico degli assistiti con la visita domiciliare. Indicativamente seguiamo 20-30 famiglie.
Spero con l’aiuto di Nostro Signore di poter seguire un numero maggiore di famiglie con la collaborazione di più consorelle, confratelli e volontari, anche con età anagrafica inferiore alla media attuale.
L’assistenza umilia quando si preoccupa soltanto di garantire le necessità terrene dell’uomo, onora quando si unisce al pane che nutre, la visita che consola, il consiglio che illumina, la stretta di mano che ravviva il coraggio abbattuto, quando tratta il povero con rispetto.
(Assistenza che umilia e che onora “L’Ere Nouvelle 1848 Federico Ozanam)
Torino, dicembre 2024 Enrica Pontiglio Presidente della Conferenza P19
3.5.1 Carlo Toniolo
CARLO TONIOLO (1924-2024)
Carlo Toniolo nasce il 6 agosto 1924 da Cesare e Maria Pianezzola.
La sua famiglia di origine contava otto fratelli, cinque femmine e tre maschi. Della madre scrive: “Il primo esempio di carità fraterna l’ho avuto da mia madre, donna piissima, che pur nella povertà ci ha educati a spezzare il pane col fratello. Lei stessa andava a visitare i malati, anche quelli affetti da TBC. Inoltre, ha inculcato in noi un forte amore alla preghiera; ogni sera tutta la famiglia si riuniva per la recita del Rosario”.
Dal 36 al 43 è in collegio dei salesiani. Dice di quel periodo: “gli anni trascorsi in collegio con i salesiani mi hanno formato umanamente e spiritualmente. Mi sono sempre trovato a mio agio e con l’aiuto del confessore e degli amici ho iniziato e proseguito un cammino spirituale che mi ha molto aiutato sia durante il periodo della deportazione, sia nell’immediato dopoguerra. Naturalmente ho avuto non poche difficoltà sempre ponendo la mia fiducia nel Signore, pregando e partecipando all’adorazione presso i padri sacramentini”.
Il memoriale dell’internamento. Dal 16 novembre 1944 al 24 ottobre 1945 la deportazione e l’internamento. Il racconto di quei mesi lunghissimi, scritto di suo pugno nei primi mesi al suo rientro, rimane a lungo nel suo cuore, ne parlerà solo con i familiari. Dopo 62 anni, quel racconto diventa racconto pubblico. Quaranta pagine fitte di ricordi, di nomi, che consegna alla sua famiglia e a quanti non vogliono rassegnarsi all’oblio.
Il racconto avvincente con tutte le esperienze estreme della vita si snoda tra nomi di compagni, di luoghi, di confidenze di emozioni, con un ritmo incalzante che non concede respiro. Qua e là in modo parsimonioso ma netto il succo della storia, come direbbe il Manzoni: “molto valse per me e per i miei compagni, per quasi tutti, una costante e salda fede nell’Altissimo, poiché in quelle gravi situazioni solo Lui poteva salvarci, solo da Lui veniva la forza di resistere fino alla fine alla crudeltà e alle torture dei nazisti” (pag. 11). “ Mentre attendavamo per il rancio, seduti nell’anticamera del bagno, il mio amico Vazon Raimondo, trovò una bellissima corona del Rosario” (pag. 12). “Mi rallegrai, trovandomi nelle stesse condizioni di Gesù, e non disperai” (Pag. 35). Il racconto – così mi pare di poter riassumere, riferisce della cattura e del viaggio di mesi verso la destinazione dell’internamento nel campo di Porcdorf (tre mesi circa), e del lungo viaggio di ritorno, anche questo durato mesi, fino al rientro a casa, in frazione Campasso, del Comune di Verrua Savoia.
Dopo il ritorno a casa, si rendono necessarie cure specialistiche. “Finii ricoverato all’ospedale san Luigi per ben tre mesi. Ma il mio morale era alto, perché non mi era mai mancato il conforto della fede e la cieca fiducia di avere sempre al mio fianco la presenza di Dio che era stato la mia forza durante tutta la dolorosa prigionia dei campi di sterminio.
Durante la mia degenza ebbi modo di fare amicizia con tante persone, in particolare con le Suore, e don Michelino Banchio (1922-2004). In poco tempo conoscendo le norme dell’ospedale, noi degenti riuscimmo a mettere insieme una compagnia teatrale e a rappresentare una commedia molto divertente dal titolo “Ci penso io”. Poi passai alcuni mesi in un convalescenziario a Torre Pellice. Dimesso dall’ospedale, clinicamente guarito, mi iscrissi subito all’associazione ex-Deportati politici dei campi di eliminazione, in via Magenta, e grazie a loro, nel 1946, trovai lavoro presso la Ditta Superga , fabbrica di scarpe e pantofole. Nel contempo, trovai in affitto una camera in via Botero. Feci subito conoscenza dei Sacramentini della Chiesa di santa Maria in Piazza. Promuovevano l’adorazione diurna e notturna del SS. Sacramento, alla quale partecipai anch’io spesso. Mi iscrissi all’Azione cattolica”. Alla Superga c’erano 5000operaie, un centinaio di impiegati e operai. L’ambiente era difficile, lontano dai miei ideali, tipico del primo dopoguerra.
Riuscii a iscrivere alle ACLI più di cento dipendenti. Entrai a far parte della Conferenza aziendale della san Vincenzo che aveva come presidente il dott. Mario Cornaglia. Ci riunivamo in una stanza di via Vibò, vicino alla parrocchia Madonna della Salute”.
In quel periodo conobbe don Giuseppe Pollarolo, prete orionino, (fondatore della parrocchia di santa Famiglia di Nazareth alla Vallette, e prima ancora attivo nella Resistenza con Duccio Galimberti). Partecipa attivamente alla “Peregrinatio Mariae”. Nel 1948 con i baschi verdi dell’Azione cattolica è a Roma dove incontra papa Pio XII. Alla Superga rimane fino al 1951. Poi a causa di esuberi del personale, viene inviato alla Pirelli di Padova. Come membro dell’Azione cattolica e cantore, si inserisce nella parrocchia di san Prosdocimo. Vive in abitazione d’affitto presso due anziani coniugi. Qui conobbe Bruna Delpiano, di origini istriane e profuga, sua futura sposa, che insegnava nelle vicine Scuole elementari. Nel 1955 rientra a Torino per avvicinarsi alla famiglia, entra nella Filiale Pirelli di piazza Bodoni. Il 16 giugno 1956 a Trieste si sposa: con lei darà vita ad una bella famiglia con tre figli Grazia, Marcello e Giandomenico. Nel 1958 viene ad abitare nel territorio della parrocchia Madonna Divina Provvidenza, dove conosce mons. Enriore. Quale membro di AC, fa parte del gruppo e si inserisce pure nella Conferenza di san Vincenzo. Il suo servizio dura circa cinquant’anni, molti dei quali come presidente della Conferenza (1979-2009). E’ stato anche Ministro straordinario di Comunione per molti anni, Lettore della Parola di Dio. Ha collaborato con l’Ufficio Pio San Paolo dal 17 aprile 1984 al 21 dicembre 2016.
Di questo lungo periodo, raccolgo alcune testimonianze. La prima è di don Domenico Catti che fu viceparroco alla Divina dal 1977 al 1983. “Ringrazio il Signore per la tua testimonianza umile e forte, competente e serena nell’essere accanto a tante persone sofferenti e in difficoltà. Quand’ero viceparroco alla Provvidenza, avevamo un filo diretto per comunicarci quasi ogni giorno la situazione dei nostri assistiti. Tu eri sempre disponibile ad essere anche il primo nelle visite e soprattutto ad essere presente là dove ci fosse sofferenza. Il ricordo del tuo stile di servizio mi ha sempre sostenuto e motivato in tante situazioni che ho poi incontrato, lontano da te, ma sempre uniti nello stesso spirito di carità. Grazie per la tua bella testimonianza!” (messaggio del 9 ottobre 2024).
La seconda è di suor Anna Teresa Chialva, suora della carità, che nel 2012 così scrive: “ Carlo, ti conosco da tanti anni, negli ultimi dieci ho collaborato con te abbastanza assiduamente, cercando di rendere meno grave e penosa la vita di coloro che versavano in gravi difficoltà. La tua giornata iniziava all’alba e terminava oltre il tramonto, il tuo telefono squillava a qualunque ora. Non dicevi no a nessuno, sempre disponibile. Le difficoltà che incontravi non ti abbattevano, anzi ti stimolavano a cercare altre soluzioni. Quanti pellegrinaggi negli uffici per pratiche pensionistiche e di invalidità, negli uffici postali per pagare bollette, ritirare pensioni con la delega, quante visite alle farmacie per acquistare medicinali che spesso portavi a domicilio. Sono anche stata testimone di elargizioni in denaro, prelevato direttamente dal tuo portafoglio. Offrivi il tuo aiuto a chiunque si rivolgeva a te” (testimonianza scritta del 12 dicembre 2012).La terza testimonianza è di Piero Bonello, avvocato e imprenditore, fedelissimo alla parrocchia quasi come al suo Toro. “Ho conosciuto C.T. nel 1971, quando cominciai a prestare servizio di ministrante la domenica mattina. Fui subito attratto dal suo portamento e dal humour inglese che si sovrapponeva ad una calma imperturbabile in qualunque circostanza…Un giorno mi raccontò che la domenica pomeriggio amava camminare a piedi fino a Maria Ausiliatrice e ritorno, memore di quando si recava al lavoro a piedi alla Superga… Col passare degli anni crebbe l’ammirazione di pari passo con la conoscenza del suo impegno nella Conferenza di san Vincenzo: un presidente con le manica sempre rimboccate e sempre presente in chiesa, prestandosi a svolgere ogni tipo di servizio, dalla vendita dei giornali cattolici alle Letture, alla distribuzione della S. Comunione” (testimonianza del 13 agosto 2021).
L’ultimo periodo. Nel 2009 lascia Torino, dopo la morte della sposa, accolto dai suoi figli a Nichelino dove trascorre gli ultimi anni della sua vita terrena.
Ad agosto del 2024 festeggia i cento anni. Due mesi dopo, l’8 ottobre 2024 si spegne con il conforto dei Sacramenti. I funerali si svolgono nella parrocchia Madonna della Fiducia in Nichelino (TO) il giovedì 10 ottobre ore 9. Riposa nel cimitero di Villar Perosa, nella tomba di famiglia, in attesa della risurrezione.
(a cura di don Sergio Baravalle, Torino ottobre 2024)
3.5.2 Mario Gaidano
Nacque a Torino il 24 aprile 1936, da Pietro e Giacometto Giuseppa.
Ha ottenuto il diploma di geometra, ed ha lavorato nell’amministrazione pubblica del Comune di Torino, comparto dell’edilizia scolastica, raccogliendo attestati di stima da insegnanti e presidi.
Il 16 giugno 1962 sposa Albina Salvaia, diventa genitore di due figli.
E’ membro attivo dell’Azione cattolica per molti anni. Quando questa si scioglie, si adopera per offrire ai suoi ex membri occasione di ritrovo nella festa dell’Immacolata Concezione, a cadenza regolare.
Terminata l’attività lavorativa il1 maggio 1992, collabora generosamente con la parrocchia, come membro del CPAE (2007-2013), come Ministro straordinario di Comunione, come membro del CPP (2003-2007), socio e poi presidente della Conferenza di San Vincenzo (2011-14). E’ stato Delegato dell’Ufficio Pio del san Paolo (dal 5 marzo 2009 al 21 dicembre 2016).
Ha fatto parte del gruppo di adulti che si riuniva con don Romolo Chiabrando.
Muore il 28 aprile del 2024, i suoi funerali sono stati celebrati nella sua parrocchia il giovedì 2 maggio ore 9.
Torino, 12 settembre 2024 a cura di don Sergio Baravalle